L'estrazione della torba

Ora in queste cose, una grandissima parte di quello che noi chiamiamo naturale, non è; anzi è piuttosto artificiale: come a dire, i campi lavorati, gli alberi e le altre piante educate e disposte in ordine, i fiumi stretti infra certi termini e indirizzati a certo corso, e cose simili, non hanno quello stato né quella sembianza che avrebbero naturalmente. In modo che la vista di ogni paese abitato da qualunque generazione di uomini civili, eziandio non considerando le città, e gli altri luoghi dove gli uomini si riducono a stare insieme, è cosa artificiata, e diversa molto da quella che sarebbe in natura. Giacomo Leopardi, da Elogio degli uccelli, Operette morali, 1827

La forma del lago non è fatta solo dai movimenti delle sue acque e dei suoi confini, dall'azione del tempo e delle stagioni. Il suo aspetto e conformazione sono pure dettati dall’opera dell'uomo, svolgendo attività che andavano a modificarne profondamente la struttura. In particolar modo le attività sorte all'affacciarsi dell'epoca moderna, con le sue regole votate al profitto, vengono a incidere profondamente nella struttura e conformazione dell'ambiente, ben presto mutando equilibri e scenari che la natura nei millenni aveva disegnato. Tra queste attività l'estrazione della torba è stata tra quelle che maggiormente hanno gravato sulla fisionomia di alcune aree del bacino lacustre; basti pensare che diversi canali e specchi d’acqua si sono ampliati alle attuali dimensioni in seguito a tale attività.


Primi metodi di estrazione della torba tra i fossi appositamente tracciati

La torba è una materia fossile, ricca di carbonio, che si forma nei terreni palustri dalla lenta decomposizione dei vegetali in ambienti poveri di ossigeno. È un tipo di carbon fossile, primo stato di formazione del carbone. In alcuni paesi la torba secca, spesso compressa in piccoli mattoni, viene impiegata come combustibile, utilizzazione che ne è sempre stata, in particolar modo in Italia, quella principale. Viene anche adoperata come fertilizzante nella coltivazione di numerose specie di piante, nella cosmesi, nell'edilizia, nel settore alimentare; fino ad essere impiegata nella produzione del malto torbato.

Le prime forme di lavorazione richiedevano una grande quantità di manodopera. Era estratta dai fossi, appositamente tracciati a mo' di trincee attraverso i canneti. Inizialmente si provvedeva allo ‘scrosto’ dell'area da scavare, si puliva cioè il terreno dallo strato superficiale della vegetazione. Quindi si effettuava lo scavo, profondo generalmente fino a due volte la lunghezza del ‘ferro’, che era lo strumento usato per l'estrazione della torba, arrivando così quasi a due metri di profondità, una volta estratta veniva portata ai piazzali di raccolta dove veniva tagliata, messa dentro forme e stampi e trasformata in mattoni lasciati a essiccare per circa dieci giorni all'aria aperta.


Trasporto della torba verso i piazzali di raccolta, inizi del XX secolo

Per una sua più immediata utilizzazione nel 1894 il marchese Carlo Ginori-Lisci realizzò la costruzione di una fornace dove la torba, raccolta e distillata, era trasformata in mattoni da utilizzare come combustibile. Riusciva ad impiegare circa trenta operai per un periodo lavorativo che si concentrava nelle stagioni più calde. Di questo stabilimento, una torbiera rimasta in attività fino al 1909 e poi chiusa per motivi economici, è ancora oggi visibile la ciminiera, che si alza sopra le cannelle, in prossimità della Piaggetta e di Villa Ginori.

Agli inizi del XX secolo l'utilizzo e la richiesta di combustibili fossili aumenta. Usati come principale risorsa di energia cercavano di rispondere alle sempre più insistenti richieste proveniente dalla nascente società industriale. In Italia si cerca di favorire e ampliare lo sfruttamento delle risorse naturali; anche l’utilizzazione dei giacimenti di torba rientrava in quest’ottica e programma.
Nel bacino del Massaciuccoli intorno al 1917 l’escavazione prese nuovo impulso: vengono concessi altri permessi ad enti o privati delle provincie di Lucca, Pisa e Carrara che operano in differenti località dei comuni di Massarosa e di Viareggio; si progettano e si realizzano realtà industriali di nuovo genere per un più ampio uso di questa materia prima della quale il terreno palustre abbondava. Tra queste la Società Torbiere d'Italia progettò un nuovissimo impianto di rigassificazione della torba che venne impiantato a Torre del Lago.


La torba tagliata in formelle messa a essiccare

Doveva servire alla produzione di solfato ammonico e catrame, nonché a ricavare dall’intero processo di lavorazione energia elettrica destinata alle Ferrovie dello Stato utilizzabile nella tratta Genova-Livorno, dove si cominciava la trasformazione del sistema di trazione volgendolo ora al locomotore elettrico.  La torba veniva scavata per mezzo di benne mordenti a due valve montate su galleggianti. Quindi chiatte trainate da rimorchiatori trasportavano la torba essiccata al piazzale di Torre del Lago, dove veniva prelevata per il vicino impianto industriali.
«La zona destinata all’estorbazione veniva divisa in strisce parallele costituenti alternativamente aree di scavo e campi di stendita (m. 150): questi, ampi complessivamente 300ha, consentivano di stendere una sola volta all’anno la torba nello stesso posto. La torba veniva scavata per mezzo di benne mordenti a 2 valve montate su galleggianti (...). Quindici chiatte di 80 tonnellate ciascuna, trainate da tre rimorchiatori, eseguivano il trasporto della torba essiccata al piazzale-deposito di Torre del Lago, dove veniva di volta in volta prelevata per il rifornimento dei vicini impianti industriali. (...) Gli operai addetti all’estrazione e alla stendita della torba provenivano, oltre che da Torre del Lago, dai centri posti ai margini del giacimento; lavoravano in media 150 giorni in autunno, inverno e primavera, e altri 60-70 nell’estate; il lavoro era quasi continuativo e non richiedeva forti quantitativi di mano d’opera in determinati periodi, ad eccezione dell’epoca della raccolta e del ritiro, durante la quale si reclutavano alcune centinaia di donne provenienti dai centri vicini»
Queste note, a firma di Luigi Pedreschi e tratte dal Il lago di Massaciuccoli e il suo territorio, Roma, Società Geografica Italiana, 1956, bene ci documentano la complessità e l'ampiezza di tale attività.


La torbiera di Torre del Lago attiva dal 1922 al 1927

L’estrazione della torba raggiunse in quegli anni la sua migliore produttività: arrivando nel 1925 a produrre quasi il 75% dell'intero quantitativo estratto in Italia, iniziando, nel febbraio dello stesso anno, la fornitura di energia elettrica alla linea ferroviaria Genova-Livorno. Ma l’attività fu però di brevissima durata: la caduta del prezzo del solfato ammonico, principale prodotto dello stabilimento, nonché il prezzo commerciale dell’energia elettrica, stabilito con le Ferrovie Italiane, non più remunerativo, sfociarono nel 1927 nella chiusura dell'intero impianto di Torre del Lago, rivelatosi eccessivamente dispendioso, concludendo il breve periodo della industrializzazione della cittadina versiliese.

Fu proprio la costruzione di questo complesso industriale tra i principali motivi che indussero Giacomo Puccini, a lasciare nel 1921 la propria abitazione di Torre del Lago per trasferirsi a Viareggio, dove si era fatto costruire una villa nel nuovo quartiere del Marco Polo e dove visse sino al 1924, anno della sua morte.

Oggi rimane una strada a Torre del Lago, proprio dove sorge il Gran Teatro dedicato a Giacomo Puccini, che porta un nome memoria e ricordo di quei tempi: via Delle Torbiere. Ma esistono ben più rilevanti testimonianze di queste attività: sono canali, fossi, specchi d'acqua ben visibili nell'area palustre con le loro rigide geometrie venute improvvisamente a sostituire le morbide linee di rive e poggi, le stesure di cannelle e falaschi, che la natura con pazienza di secoli aveva disegnate e scolpite.

Da "Il lago di Massaciuccoli e le terre umide", testi di Arturo Lini, fotografie di Amerigo Pelosini, Caleidoscopio editore, Massarosa (LU), 2008. Vietata ogni riproduzione, distribuzione o altro uso dell'intero testo o sue parti, salvo il diritto di citazione.