Michele Marcucci

Michele Marcucci nasce il 6 maggio 1845 a Massarosa da Paolo, titolare di una bottega di sartoria, e Rosa Luchini. La famiglia, di umili origini e di condizioni economiche modeste, si trasferisce in seguito a Luciano, un piccolo paese sulle colline intorno Massarosa. All’età di dodici anni il giovane Michele dimostra una naturale  inclinazione al disegno e il padre lo presenta a Francesco Bianchi, pittore esperto in decorazione murale e Direttore della Scuola di Disegno lineare, di ornato e di Plastica all’Accademia di Belle Arti di Lucca, che lo incoraggia a proseguire lo studio del disegno. Si reca Lucca per la prima volta nel 1855 e frequenta l’Ing. Eugenio Pelosi, allora Presidente dell’Accademia Lucchese. Nel 1861 il padre lo iscrive al Regio Istituto di Belle Arti ma in assenza di una cattedra di paesaggio, il giovane si rassegna a studiare elementi a figura sotto la guida del pittore e restauratore Giuseppe Marcucci, ottenendo diverse menzioni e riconoscimenti.

Michele-marcucci1sm

Michele Marcucci, Il riconoscimento della Vera Croce, 1891, Veneri (Pescia), Cappella del Crocifisso

Nel 1866 partecipa al concorso per l’assegnazione della borsa di pensionato a Firenze, ed ottiene la vittoria. Nell’allora capitale ha come maestri prima il livornese Enrico Pollastrini, poi Antonio Ciseri. Nel giro di poco tempo riceve la chiamata alle armi ed è costretto ad interrompere gli studi. Tornato a Firenze, ottiene la proroga del sussidio fino al 1870 e come terzo saggio di pensionato realizza la Morte di Cesare, opera esposta nel 1871 presso la Camera di Commercio di Lucca ed in seguito conservata presso la Pinacoteca comunale. Parallelamente riceve una serie di commissioni per alcuni ritratti.

Nel 1872 riesce ad ottenere, grazie all’intercessione di Luigi Norfini presso il Consiglio Provinciale, una borsa di studio per proseguire gli studi a Firenze. Si dedica alla pittura murale e nel 1873 prende in affitto una stanza presso lo studio di Vincenzo Consani. Nel 1875 termina lo Studio di Matteo Civitali, la sua opera più celebre. Nel 1876 sposa Rita Bertolucci ed ottiene la cattedra di disegno elementare al Regio Istituto di Belle Arti di Lucca, dove insegnerà con dedizione per oltre quarant’anni. Nel 1880-81, in occasione del centenario del Volto Santo, esegue, insieme ai colleghi Enrico Ridolfi e Pietro de Servi la decorazione a tempera delle volte della navatella e della crociera del Duomo di Lucca, e insieme a De Servi affresca le volte della cappella di S. Regolo. Dopo il 1880 realizza la Madonna piangente per la cappella Poggi di Porcari.

 

Nel 1882 nasce la figlia Marianna, che seguirà le orme del padre diventando, nel 1921, insegnante di disegno. Nel 1885 viene alla luce il secondogenito Paolo e nel 1888 Vittore, morto ancora bambino. L’anno successivo viene inaugurata la decorazione del catino absidale della Pieve di San Michele Arcangelo a Corsanico, a cui seguiranno le decorazioni di villa Del Magro a Luciano, con vedute di paesaggio in stile settecentesco. Agli inizi degli anni novanta restaura le volte affrescate con la storia della Vergine nella chiesina della Rosa e nel 1891 dipinge due grandi tele per la Chiesa di Veneri di Pescia. Nello stesso anno stipula un contratto con il sindaco di Lucca per la decorazione di dodici arcate nel cimitero monumentale. 

Parallelamente intensifica l’attività didattica: nel 1894 assume ufficialmente l’insegnamento di ornativa pittorica, che ricopre, insieme a quello di disegno, fino all’a.a. 1911-12, e ricopre altri incarichi straordinari, anche a titolo gratuito. Dal 1897 al 1900 è nominato direttore provvisorio. Nel 1893 nasce Vittore (a cui viene dato il nome del fratellino morto), che come il padre e la sorella sceglie di dedicarsi all’arte. Nel 1895 esegue il dipinto della Vergine del Rosario di Pompei per la chiesa di Massarosa. Nel 1897 intraprende la decorazione del catino absidale della chiesa di Capannoni, raffigurante il Redentore tra i Santi Quirico e Giuditta.

Michele-marcucci3sm

Michele Marcucci, La morte di Giulio Cesare, 1871, Museo Nazionale, Lucca

Nel 1900 riceve la commissione di dipingere l’intera chiesa di San Giusto di Porcari, che termina nel 1905. Contemporaneamente porta a termine le decorazioni della chiesa di Bozzano; poi della chiesa di Sant’Alessio e di Santa Maria Assunta a Pieve di Compito, appena costruita. Esegue numerosi restauri. Nel 1907 esegue il ritratto affrescato di Mons. Ghilardi nel Palazzo Arcivescovile e la tela per il coro della Chiesa S. Paolino.
Esegue lavori per la chiesa di Lunata, di S. Donato e di Pieve S. Paolo e una pala per altare di Sant’Antonio nella Chiesa del Suffragio di Lucca. Nel 1915 va in pensione, ma non per questo cessa l’attività pittorica. Negli ultimi anni della sua vita realizza la Pala di Gello (Pescaglia) e la decorazione della volta e delle pareti per la chiesa parrocchiale di Corsanico. Nel 1921 esegue, in collaborazione col nipote, la decorazione della Chiesa della Santissima Annunziata di Viareggio, e un dipinto dell’Assunta per l’altare maggiore di Santa Maria. Muore a Lucca, nella sua abitazione in via Santa Giustina, la mattina del 21 marzo 1926.

A tre giorni dalla scomparsa, il 24 marzo, fu ricordato in un articolo del Il popolo toscano “Un grande lucchese scomparso. Il pittore prof. Michele Marcucci“: “…si spengeva serenamente e modestamente come aveva vissuto,[…] l’ultimo pittore nostro seguace fedele dei classici […] Dal campo sacro a quello mitologico, dal quadro di genere al ritratto la sua produzione è enorme. Dipingeva instancabile ed inesauribile. Le sue pitture sono soavissime espressioni dell’animo sensibilissimo. Nacque povero e visse povero, gloriandosi quasi di non aver chiesto nulla a nessuno.