Conclusioni

 Nonostante il lago di Massaciuccoli, con il suo ricco e vario habitat inserito in uno scenario unico e suggestivo, sia un autentico patrimonio ambientale e culturale difeso da diversi e autorevoli enti e legislazioni - tanto che ogni attività e intervento al suo interno sono regolate da una accurata normativa - sono diventate piuttosto frequenti, e autorevoli, le voci nel corso di questi ultimi anni sorte a denunciare una situazione che presenta diverse criticità ambientali, capaci di compromettere l'intero ecosistema lacustre fino al suo collasso. All'introduzione di alcune specie esotiche, quali il gambero americano, a cui abbiamo già accennato, si aggiungono fatti e situazioni capaci di minacciare la vita stessa del lago: da una progressiva eutrofizzazione delle acque a un insufficiente ricambio idrico; dal progressivo interramento del bacino fino all'ingresso di acque saline che si verifica in particolari periodi di siccità.

Anche le cause, i motivi, all'origine di questi fenomeni sono ben circoscritti e individuati in diversi studi pubblicati sull'argomento. Cause che hanno in gran parte origine in una generalizzata disattenzione nei confronti di questo delicato ambiente, soggetto a subire squilibri originati nel comprensorio agricolo e urbano che gravita intorno al perimetro lacustre. Dall'immissione in questo di acque reflue di bonifica provenienti da attività agricole e industriali non depurate e ricche di sostanze chimiche e nocive, fino alla presenza, nei centri urbani che si affacciano alle sue acque, di depuratori e reti fognarie nel loro complesso insufficienti e inadatti a tutelarne la qualità dell'habitat.

Dall'insufficiente ricambio idrico, dovuto ai prelevamenti di acque sorgive presso alcune sorgenti collinari e pedecollinari – che hanno ridotto l'apporto di acque fresche in ingresso nel lago – alla scarsa tenuta delle porte vinciane, sul canale Burlamacca, che favoriscono l'ingresso di acque salate dal mare verso monte, in particolari periodi di siccità, quando le acque del lago sono soggette a un eccessivo abbassamento dovuto, oltre a una naturale evaporazione, anche ai frequenti prelievi idrici effettuati a scopo irriguo.
E anche i rimedi e le soluzioni alle diverse problematiche situazioni sono abbastanza chiari e definiti, così come l'improcrastinabilità di rapidi interventi. Rimane la necessità di un'ampia e chiara scelta sociale, e quindi politica, a favore del lago, che magari possa stringere e condurre le attuali diverse competenze in un solo ente, una struttura organizzata in una gestione più agile e dinamica nell'applicazione dei necessari interventi.
 

Ma nonostante queste nubi all'orizzonte il lago rimane oggi un indimenticabile incontro con il paesaggio. Un autentico museo vivente dove la vita, i suoi ritmi e le sue manifestazioni, sono ferme a un tempo antico e lontano, su cui basta posare gli occhi per ritrovarne architetture e disegni alle quali avvicinarsi come a un libro infinito.

Di alcuni degli innumerevoli animali che animano questo particolare mondo, ognuno con il proprio carattere e abitudine raro o comune che sia, già abbiamo tracciato un breve profilo, che può essere solo indicativo della più complessa vita che ogni giorno tra quelle sponde si svolge. E così delle varietà vegetali, con i loro colori e profumi, alcune delle quali sembrano aver trovato rifugio e scampo negli angoli di questo lembo di terra, e altre più comuni, ma ugualmente capaci di accendere paesaggi e incanti. 
Navigando tra ambienti sempre diversi: a volte affollati da branchi di uccelli nei loro frenetici e apparentemente rissosi voli per un posto su cui appollaiarsi; a volte abitati da qualche solitario esemplare assorto nelle sue meditazioni. Attraverso zone e angoli sospesi in un assoluto silenzio, interrotto dall'alzarsi volo di un animale spaventato dalla nostra presenza, o dall'improvviso apparire alla vista di un chiaro brulicante e animato di vita.

Dove anche gli interventi dell'uomo, nella loro secolare storia, mutano secondo la riva alla quale ci avviciniamo: come è per i capanni da pesca e le bilance: ampie e spaziose, a volte quasi ambienti da villeggiatura nella zona massarosese e invece più contenute, funzionali quanto basta all'esercizio della pesca, quelle sulla sponda delle campagna di Vecchiano.
Nella soffusa luce che viene dal paesaggio intorno, dalle colline trapuntate di boschi e oliveti, o quella più distante della catena delle Apuane nelle sue cime linde e nette contro il cielo. Nel colore delle acque, dei canneti, dei falaschi, ravvivati dalle macchie dei fiori. Incanto che ci accompagna navigando tra i canali e gli specchi d'acqua; nel silenzio che si fa spazio per tante voci della natura che ora sorgono, intorno e dentro di noi.
 

©Testo di Arturo Lini, tratto da "Il lago di Massaciuccoli", A. Lini - A. Pelosini, Caleidoscopio, Massarosa (LU), 2008. Ogni riproduzione è vietata, salvo il diritto di citazione, l'uso personale previa citazione, o diverso accordo con l'autore.