Il villaggio etrusco di San Rocchino

Già nell'VIII secolo a.C limitate e circoscritte opere di bonifica del terreno erano state portate a termine dalle popolazioni etrusche che vivevano nella piana costiera intorno al fiume Arno. Assecondavano in questa usanza un loro antico costume: di realizzare, dove concesso dagli elementi naturali e ambientali, opere e interventi di ingegneria idraulica per migliorare e rendere più favorevoli la fertilità dei terreni e le condizioni dell'ambiente che li ospitava.


  San Rocchino, Massarosa, resti della palificazione del villaggio etrusco

Il villaggio etrusco di San Rocchino, posto in un terreno di confine tra i comuni di Massarosa e Viareggio, nei terreni intorno il lago di Massaciuccoli, ne è testimonianza. Sorgeva in un'area formata di terreni acquitrinosi, poi bonificata attraverso la posa di legname e fascine che davano una qualche solidità a un ridotto insediamento sostenuto da palafitte e composto di poche capanne in materiale deperibile, di forma quadrata o rettangolare, con pavimento d'argilla. Un modesto centro per la raccolta e il commercio di merci varie circondato da una doppia palizzata e al centro del suo perimetro, di forma quadrangolare, ospitava un pozzo in terracotta. 

Serviva da scalo marittimo ai traffici di merci lungo le coste tirreniche che abbero il loro momento di maggiore attività nel VI secolo a.C., quindi abbandonato alla metà del V sec., vede una ripresa delle sue funzioni di scalo marittimo verso la fine del IV sec. a.C., nell’ambito di un generale clima di ripresa dei traffici marittimi che percorrono l'alto Tirreno. Fu infine distrutto da un incendio, del quale rimangono consistenti tracce nelle palificazioni ora rinvenute, intorno al II secolo a.C. riconducibile alla lunga guerra che qui ebbe luogo tra romani e liguri per il controllo di questa parte di territorio, e quindi definitivamente abbandonato.


Pietrasanta, Museo Bruno Antonucci, ricostruzione di una capanna ispirata al villaggio etrusco

Una selezione degli oggetti rinvenuti durante gli scavi dell'area archeologica sono oggi conservati presso il museo Bruno Antonucci di Palazzo Moroni a Pietrasanta, collezione composta da reperti archeologici pervenuti da ricerche sul territorio che, a partire dagli anni ´60, sono state effettuate dal Gruppo Speleologico e Archeologico versiliese guidato dal professor Bruno Antonucci. Ora in gran parte ricomposti nella ricostruzione dell'interno di una capanna, simile al modello ipotizzabile nel villaggio etrusco di San Rocchino.

Insieme a questi reperti il museo ne ospita altri riconducibili alla popolazioni liguri e romaniche presenti in Versilia: anfore, vasellame, monete, oggetti di ornamento personale e interi corredi funerari, provenienti da i siti di Buca delle Fate di Cardoso, Buca della Gigia, Monte Lieto, San Rocchino, Bora dei Frati, Levigliani, Crocialetto, Miontiscendi, La Cappella, Monte Altissimo, come leggiamo in una scheda introduttiva al museo e pubblicata sul sito del Comune di Pietrasanta.

Da "Il lago di Massaciuccoli e le terre umide", testi di Arturo Lini, fotografie di Amerigo Pelosini, Caleidoscopio editore, Massarosa (LU), 2008. Vietata ogni riproduzione, distribuzione o altro uso dell'intero testo o sue parti, salvo il diritto di citazione.